Pressing sul rettore D'Amico, così il centrosinistra vuol giocare l'ultima carta. Di Sabatino: «E' la città che deve chiederglielo»

TERAMO – Il suo nome metterebbe d’accordo molti, potrebbe essere spendibile per qualsiasi forza politica, a maggior ragione da un progetto civico che davvero puntasse a rialzare la città di Teramo. Ma non ne ha voluto mai sapere di lanciarsi nella competizione elettorale, a giudizio di tanti perchè potrebbe essre un buon candidato per guidare la prossima città metropolitana di Pescara. Ma vedere il rettore di UniTe, Luciano D’Amico, scendere in campo proprio alla scadenza del suo mandato di Magnifico, potrebbe ancora non essere un’utopia. Ne convinto il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, che il Pd ha indicato come mediatore prima ancora che candidato di una coalizione di centrosinistra che tarda a individuare il suio leader, combattuta tra le candidature di Giovanni Cavallari e di Gianguido D’Alberto. Proprorre a D’Amico di guidare un movimento civico di ampio spettro, sarebbe dunque ancora possibile: «Il rettore non appartiene a nessuno – dice Di Sabatino -. Anzi, direi che appartiene a questa città. Se c’è davvero la volontà di chiedergli un sacrificio personale, allora ci si siede tutti quelli che pensano questo, parlo sia dei partiti politici che dei movimenti civici, e tutti insieme una volta d’accordo, vanno magari dal rettore e gli chiedono di dare una disponibilità. Ecco, io penso – dice Renzo – che se ci fosse questo certo lo metteremmo in difficoltà perchè nel conosco la generosità. Ho sempre saputo, ad ora, che il rettore non è disponibile e credo che non sia solo una questione sua personale ma perchè sta vedendo il panorama desolante in cui si ritrova questa città». Di Sabatino inviata tutti a un passo indietro, «se davvero si vuole questo», e si cerchi il rettore. Anche Cavallari e D’Alberto? «Mi pare evidente. Hanno sempre detto, almeno Gianguido, magari Giovanni un pò meno, che di fronte a una personalità sarebbero stati disposti a fare un passo indietro, penso che l’invito sia rivolto anche a loro. Ripeto il rettore non è del Pd e di nessuno, è della città. E magari non tocca soltanto alle forze politiche chiederglielo: questa città ha delle personalità… se hanno a cuore il bene di Teramo, perchè no?».
Il pressing di più forze, insomma, potrebbe valere l’apertura di una breccia, anche perchè finora le richieste non sono state quelle giuste: «Io non gilel’ho chiesto – ha concluso Di Sabatino – e non so chi del Pd glielo abbia chiesto. Ritengo che finora le iniziative estempranee o di singoli siano state puro esercizio di stile».